Mi rifiuti? Ma come osi?

Nella giornata del 3 aprile abbiamo avuto l’opportunità di assistere alla masterclass sull’ambiente, nell’auditorium del ITIS Pininfarina, sostenuta dal giornalista e divulgatore scientifico Andrea Vico.

L’ambiente è un tema molto importante per la città di Moncalieri, il nord Italia, in particolare la pianura padana, è una delle zone più inquinate d’Europa, anche in virtù della sua posizione. Ecco perché dobbiamo essere noi i primi a cambiare con l’ausilio di tutti i cittadini e le istituzioni, per non vanificare l’obiettivo principale: l’ambiente!

La conferenza inizia con una citazione di Piero Angela: “Obbligati a capire perché altrimenti non viviamo meglio, ci troviamo in un mondo dove non abbiamo scelto”.
Non abbiamo scelto dove e quando nascere, nè la situazione ambientale che stiamo vivendo oggi. Non possiamo vivere altrove, siamo obbligati a capire il mondo che ci circonda.
Lo stesso Andrea Vico, scherzando con i suoi nipoti, chiede dove pensano di trovarsi nel 2100. Ecco il significato di sostenibilità: permettere alle generazioni future di vivere in uno stato di welfare senza alterare l’equilibrio ambientale.

Cosa si cela dietro il consumo di una bottiglietta d’acqua? Oltre all’acqua, serve la plastica per contenerla. L’acqua in bottiglia subisce 28/30 controlli rispetto all’acqua pubblica. Inoltre, una bottiglietta d’acqua da origine al problema di smaltimento oltre che l’energia elettrica consumata per refrigerare il prodotto durante trasporto e conservazione.
Quanto detto non è altro che un’analisi superficiale dell’impronta ecologica di una bottiglia d’acqua da mezzo litro. Quindi, come si può soddisfare il bisogno di bere con la necessità di essere sostenibili?

E nel caso di una matita? Diversi sono i componenti: gomma, legno, grafite e alluminio. Prr produrre questi elementi si usa il classico metodo dell’estrazione delle materie prime. Come nel caso del porta gomma si parte dall’estrazione della Bauxite, la produzione di alluminio e la formazione di fogli di alluminio. Il tutto per vendere un prodotto utilizzabile, efficiente e con un prezzo competitivo.

Discorso anche peggiore se valutiamo gli oggetti elettronici, questo perché nell’evoluzione dei sistemi è aumentata la quantità di elementi primari utilizzati. Per produrre 1 smartphone si parte da 80 kg di materie prime. Molti di essi sono materiali critici, materiali pesanti da un punto di vista ambientali. L’estrazione del coltan in Congo prevede una lavorazione che causa tumori e che impegna lo sfruttamento minorile.
Il tema della manodopera è direttamente legato al fast fashion: le t-shirt da 29 euro rappresentano un esempio di ripartizione malata dei costi. La manodopera rappresenta 0.18 euro su 29. Il prezzo al dettaglio è di 17 euro. Inoltre, la maggior parte della manodopera è femminile e spesso non rientra nella maggiore età.

Quanto influisce tutto questo alla nostra temperatura? Dal 1850 viene misurato l’innalzamento medio della temperatura annuale. Il mantra è salvare noi stessi da noi stessi. Alterare le condizioni ambientali significa decostruire le condizioni tali per cui la vita umana sia possibile. E le altre specie animali?
Le generazioni attuali e future sperimenteranno un mondo più caldo e questo dipende dalle scelte attuali. Molte persone migrano verso il nord a causa dell’innalzamento delle temperature. Questo cita il sesto rapporto pubblicato il 20 Marzo.


E i social quanto aiutano? Purtroppo, non come dovrebbero, questo perché ci sono anche molti interessi economici e anche personali, che comporta ad avere una discreta diffusione delle fake news. Spesso infatti I social media deformano lo sguardo d’insieme, ma questo comporta a credere a ciò che vogliono farci credere, ecco perché bisogna sempre fare molta attenzione per quanto riguarda le fonti di queste notizie.

Che vita hanno i nostri oggetti si possono davvero salvare? Un oggetto ha 4 vite: vita economica, tecnologica, funzionale, legislativa e di desiderabilità. Spesso la vita dei nostri oggetti termina prima del previsto, e non sempre per un non funzionamento ma a volte si butta qualcosa per non più di moda; invece, altre volte lo si butta per perché l’oggetto non ci serve più. Perché?
-È rotto e non si può riparare.
-Non è più legale.
-La tecnologia è avanzata e non mi permette più di usarlo.
-Ripararlo costa troppo.
Nel caso particolare dei nostri smartphone la vita tecnologica è di 5 anni, la vita funzionale è di 3 anni e la vita di desiderabilità è di circa 2 anni.

In conclusione: Questa masterclass ha avuto comunque un forte interesse soprattutto da parte dei più giovani, questo fa ben sperare per chi verrà dopo di noi, anche perché il futuro di domani è nelle nostre mani!